Grazie a Cristina, che sogna di viaggiare e lo racconta qui…
Non so se vi sia mai capitato di avere un indescrivibile desiderio di vivere un luogo, non solo vederlo, ma mangiarne l’atmosfera…per me questo sogno era Barcellona, e rimaneva solo un sogno, finché non ho capito che volere è potere: che se vuoi veramente qualcosa, la fai, senza preoccuparti, se puoi.
Non ti interessa se è il caso e se è il momento, prendi e prenoti per due, la prima settimana di febbraio. Se poi hai la scusa di festeggiare i 30 anni del tuo fidanzato, chi ti ferma più!
Ho allora cercato sul web un itinerario dettagliato per visitare Barcellona in 3 giorni, ma non l’ho trovato! 🙁
Volevo sapere con precisione dove, come e quando andare, ma il risultato era solo l’elenco delle attrazioni. Alla fine, ho organizzato il mio viaggio cercando di visitare tutti i luoghi salienti della città catalana, ma senza dover necessariamente camminare tutto il giorno.
Ho poi avuto una certa insegnante da cui ho imparato a programmare tutto, quindi ho prenotato tutti gli ingressi alle attrazioni da casa, il che – in alta stagione – è fondamentale per evitare le file.
Il programma ha subito qualche variazione a causa della pioggia, ma alla fine è stato questo:
- I° giorno – arrivo, Piazza Catalunya, La Rambla.
- II° giorno – Camp Nou, Casa Batlló (volendo, c’è tempo anche per Casa Milà “La Pedrera”).
- III° giorno – Sagrada Familia, la zona del porto, il quartiere gotico, Fontana Magica (…chiusa!!!).
- IV° giorno – Parco Guell, Parco del Labirinto d’Horta, Cattedrale di Barcellona.
- V° giorno – Adios Barcelona!
Per gli spostamenti, ho fatto gli abbonamenti HolaBCN, ma a conti fatti mi sarebbero convenuti i biglietti T10. Il biglietto T10 non è individuale, ma si può passare tra le persone. Se si viaggia per esempio in due, va bene uno solo per entrambi, ma bisogna obliterarlo a ogni corsa – due volte – ed è valido per 10 corse.
Atterriamo, dunque, alle 16.30 e cerchiamo il punto Barcelona Tourisme per ritirare gli abbonamenti (scopriamo poi che ce ne era uno anche in Piazza Catalunya). Ci dirigiamo al Terminal 1 e dopo aver fatto il biglietto nelle apposite macchinette, prendiamo l’Aerobus che ci lascia a Plaza Catalunya; da qui, a piedi all’hotel, che si trova proprio a metà Rambla.
Dopo esserci sistemati, la sera abbiamo fatto un giro tra i vicoli che si diramano dalla Rambla, anche perché ho letto che non conviene mangiare nei locali direttamente sull’affollato viale, ma in quelli più caratteristici, situati all’interno.
Al mattino dopo, la nostra passione calcistica ci ha portato a visitare per primo il Camp Nou.
La fermata della metro Liceu si trova a 20 metri dall’hotel, quindi è stato facilissimo. Per andare allo stadio, abbiamo preso la linea verde L3, direzione zona Universitaria, fermata Palau Reial. Da qui, prendiamo la strada in discesa sulla sinistra (ci sono anche le indicazioni FC Barcelona). Costeggiamo l’università, finché ci si para davanti l’ingresso dello stadio.
Per chi non ama questo sport, può essere noioso, ma per chiunque abbia una minima consapevolezza del calcio, è assolutamente entusiasmante.
Ci hanno scattato alcune foto, il cui acquisto è facoltativo, anche dopo averle visionate: una foto costa 20 euro, il fotolibro 45.
Per fortuna non abbiamo acquistato i gadget che vendono nello store dello stadio, perché in seguito abbiamo capito che gli stessi li vendono anche tutti i negozietti di souvenir sparsi per la città, con la differenza che all’interno dello stadio costano di più e non si può trattare sul prezzo (questo vale per i negozi presenti in tutte le attrazioni, in termini di souvenir).
All’uscita, facciamo la strada a ritroso (in salita, quindi) e prendiamo la metro al contrario (direzione Trinitat Nova) per andare a Casa Batlló. Scendiamo a Passeig de Gracia e cerchiamo l’uscita Aragò, che porta proprio di fronte al palazzo dei miei sogni.
Attraversiamo la strada e ci siamo: wow!
Sulla stessa strada c’è anche Casa Mila, la Pedrera, ma non ci siamo andati.
Decidiamo, invece, di tornare a Liceu per andare al mercato La Boqueria. Non mi aveva mai attirato troppo l’idea e invece ne vale la pena: un’esplosione di colori e sapori, chiude alle 20!
Dopo aver cenato, a letto presto, perché nel prenotare l’ingresso alla Sagrada Familia bisogna indicare l’orario e il nostro è alle 10.00 del mattino.
Partiamo circa un’ora prima dalla fermata Liceu, scandiamo a Passeig de Gracia e qui cambiamo metro: prendiamo la linea L2, direzione LaPau; la fermata si chiama proprio Sagrada Familia. Uscendo dalla metro, ce la troviamo sulla destra.
Sono molto pignoli, dobbiamo aspettare 3 minuti che si faccia l’orario indicato sul biglietto…che succede se si arriva in ritardo?
Se guardarla dall’esterno lascia disorientati per la quantità di dettagli, l’interno toglie il fiato!
Le forme stellate sul soffitto, insieme alla particolare luce che filtra tra le vetrate colorate, dà la sensazione che lassù – in alto – ci sia un mondo parallelo, qualcos’altro di misterioso e meraviglioso.
La visita alla Torre della Passione, invece, nonostante l’avessi prenotata, è interdetta a causa di lavori di ristrutturazione.
Il programma prevedeva la visita a Parc Guell, ma siccome inizia a piovere, deviamo verso il porto: c’è un grande centro commerciale qui, ma preferisco girovagare nei vicoletti…
…adoro i vicoli con i lampioni di ferro, i balconcini, negozietti vintage e le botteghe di artigianato.
Mi sembra di tornare indietro nel tempo, nel dopoguerra raccontato da Carlos Ruiz Zafon nei suoi romanzi.
Passeggiando sotto la pioggia, ci mettiamo a cantare, mano nella mano, stretti sotto lo stesso ombrello…romantico, eh?
Mi ero ripromessa di percorrere le strade che calpesta Daniel ne “L’ombra del vento”, così torniamo verso Plaza Catalunya e nel frattempo ha smesso anche di piovere… ^_^
Forse i romanzi di Zafon hanno dato una mano alla mia immaginazione nell’idealizzare questa città.
Dalla Rambla, arriviamo facilmente a Carrera de Santa Anna, dove viveva la famiglia Sempere. Proseguendo, poi, in Calle Canuda, c’è una libreria degli anni ’30, che si pensa abbia ispirato quella del libro. Così come secondo alcuni, la pasticceria La Pallaresa, sia la latteria dove si fermano spesso Daniel e Clara.
In seguito, siamo stati più volte a Plaza Reial, dove Clara viveva con lo zio Gustavo.
Intanto, piove di nuovo, quindi torniamo in hotel.
Ho tanto sperato che l’ultimo giorno fruibile ci fosse il sole per godermi i parchi…e sole fu! 🙂
Per arrivarci, prendiamo la solita linea L3 e scendiamo di nuovo a Passeig de Gracia, usciamo e sullo stesso marciapiede aspettiamo il bus 24. Lo prendiamo in direzione Carmel; scendiamo alla fermata Ctra del Carmel-Parc Guell, proprio davanti a un ingresso secondario del parco.
Al ritorno, siamo usciti da dove eravamo entrati e preso il bus 24 al contrario.
Per arrivare al Parco del Labirinto, dobbiamo scendere alla fermata della metro Mundet. Quindi scendiamo dal bus 24 alla fermata Gran de Gracia-Lesseps per entrare nell’omonima fermata della metro, da qui direzione Trinita Nova.
Scendiamo a Mundet e il parco si trova dietro al Velodromo.
Ci sono poche persone, perché non è molto conosciuto, ma è uno dei posti più affascinanti che abbiamo visto.
Dal balcone della nostra camera si vedono tre torri, che mi ricordano continuamente di andare a vedere la Cattedrale. Dalla Rambla prendiamo Carrer del Cardenal Casanas, quella dietro al Palazzo degli Ombrelli.
Andando sempre diritto, ci siamo ritrovati in una piazza con al centro un caratteristico mercatino di anticaglie.
Qui c’è la Cattedrale di Barcellona, il più bell’esempio di arte gotica che abbia mai visto.
Barcellona mia, se prima eri il mio sogno, adesso ti amo!
Cristina
[…] E so che chiunque trascorra dei giorni a Barcellona, ne rimane incantato, come Cristina, per esempio, che al suo ritorno ha voluto raccontarmi la sua esperienza. […]