maledetta primavera

Che fretta c’era, maledetta primavera

Questa mattina mi sento un po’ confusa…da sempre, l’inizio della primavera è legato al 21 marzo; invece, sembra che in tanti abbiano cominciato a festeggiarla già ieri.

Ma non è questo il dubbio che più mi assilla oggi.

La domanda principale è: scrivere di un argomento completamente off-topic o no?

In linea di massima direi proprio di no, ma se non lo facessi, mi sentirei tanto stupida, perché potrei essere d’aiuto a qualcuno; nei momenti più disperati, infatti, avrei tanto voluto leggere una testimonianza reale, e invece non ho trovato nulla.

Per questo motivo, non posso cadere nello stesso errore: siccome il mio Blog è l’unico strumento di informazione che ho a mia disposizione in questo momento, ho deciso di utilizzarlo.

Chi mi segue da un po’, sa che lo scorso anno ho attraversato un periodo abbastanza difficile, durato circa tre o quattro mesi e che – in linea di massima – mi lasciato dentro una ferita che stenta a rimarginarsi.

A ridosso delle festività natalizie 2015, infatti, mi è stata diagnosticata una forma di tumore borderline alle ovaie, che mi ha fatto cadere nello sconforto più totale.

Si tratta di una neoplasia abbastanza rara, per cui nei piccoli centri, non hanno l’esperienza necessaria per trattarla adeguatamente. Sono stati giorni difficilissimi, nel tentativo di capirne la rilevanza e, soprattutto, la malignità.

Fino a quando – dopo il primo intervento nella mia città e grazie ad una cara amica – sono arrivata al Policlinico Gemelli di Roma, dove risiede il più grande centro di ginecologia oncologica d’Italia, con a capo l’illustre professor Giovanni Scambia.

Non voglio tediarvi con la mia storia, perché è abbastanza lunga e complessa, ma voglio dire solo due cose preliminari:

  1. pur essendo il tumore borderline a metà strada tra maligno e benigno, di tumore borderline alle ovaie non si muore;
  2. a distanza di poco più di un anno, mi hanno già diagnosticato la recidiva, proprio ieri.

Che fretta c’era, maledetta primavera, di non lasciarmi neanche il tempo di riprendermi la mia vita e sperare in un futuro “normale”?

È una malattia, questa, che anche se non ti fa stare male (nessuna sintomatologia, nessuna brutta terapia, ripresa abbastanza veloce), ti toglie ogni volta un pezzo di te, della tua femminilità.

Perché poi, la caratteristica del tumore borderline alle ovaie, è quella di ritornare, sempre.

Ma come è capitato a me, non mi ha dato neanche il tempo di fare un progetto di famiglia.

Non mi arrendo, però: combatterò anche questa volta e mi lascerò sottrarre soltanto i giorni necessari al nuovo intervento, come se dovessi togliermi l’appendicite. Poi, di nuovo in pista.

Chissà, solo, se riuscirò a fare comunque il viaggio in Alsazia che stavo organizzando per Pasqua, o se mi “sequestreranno” prima.

L’anno scorso Natale, quest’anno Pasqua, l’anno prossimo Ferragosto…poi le festività saranno finalmente finite! 😉

Metto a disposizione la mia storia e la mia esperienza, per chiunque fosse spaventata da questa malattia fastidiosa o per chi volesse raccontarmi di avercela fatta, nonostante tutto.

Non abbiate timore di scrivermi, di chiedermi consigli, di tirarmi su di morale, di sfogarvi. Io ci sono.

E sarà primavera anche per me.

tumore borderline alle ovaie

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11 commenti

  1. Io sono completamente spiazzata :'(
    Ti ho conosciuta dopo il periodo brutto che hai passato e dalla tua vitalità così spiccata MAI avrei pensato che tu soffrissi per qualcosa. E che qualcosa poi, il qualcosa più bastardo che esista. Ci sono persone che non si abbattono, sono forti e tirano dritte e tu sei una di loro. Per fortuna, da quello che ho capito, questa forma borderline non è “il male assoluto” quindi non farti travolgere da questa seconda diagnosi. Al momento (mio pensiero) non ti preoccupare degli aspetti che riguardano femminilità/fertilità/famiglia ecc. Pensa a te ora che quelli verranno dopo.
    “Appendicite e poi torno in pista” è lo spirito giusto!! 😉
    E considerando i tempi della Sanità italiana può essere che farai una bella Pasqua in Alsazia. In caso contrario riprogrammerai dopo l’intervento magari più rilassata e con tanti pensieri in meno!
    Hai fatto benissimo a parlarne non sai quanto faccia bene, sia a te stessa che a chi fosse in cerca di un’esperienza personale come la tua.
    Ti abbraccio forte!

    1. Non mi sento proprio forte forte, anzi, ma me lo devo…e lo devo anche alle persone che mi sono accanto, con un abbraccio materiale o virtuale, e che soffrono con me.
      Grazie Dani…tu sai per cosa! ♡

  2. Ho fatto come suggerisci tu e ti ho mandato una mail ❤

    1. Non sapevo che lottassi contro questa patologia, ti ammiro per la tua forza e in qualche modo mi sono immedesimata nella tua storia perché a me nel 2011 hanno diagnosticato l’endometriosi, non so se ne hai mai sentito parlare…Nel mio caso i sintomi c’erano e all’epoca me la cavai con una laparoscopia, poi esattamente un anno fa la recidiva fu molto più invasiva (noduli, fibromi e quant’altro). Proprio stasera avrò il controllo periodico. So cosa significa avere quella spada di Damocle sulla testa, unita alla possibilità che non arrivino bimbi, ma restare controllati e positivi aiuta a superare qualsiasi ostacolo! La vicinanza delle persone che ami, poi, è un sostegno insostituibile, parola di una piagnucolona che ha imparato a farsi forza e che spera un giorno di lasciarsi tutto definitivamente alle spalle! Ti abbraccio forte!!! <3

      1. Lo so che anche l’endometriosi è una brutta bestia…ti faccio un grosso in bocca al lupo per stasera, augurandoti che tutto possa andare finalmente per il meglio! Sei una donna forte anche tu e ti meriti tanto bene…ce la faremo, vedrai! Ti stringo forte anche io…❤❤❤

        1. Intanto parlarne ha portato fortuna! Il controllo di lunedì scorso è andato benone! <3 Un mega abbraccio!

          1. Sono strafelice!!!! Incrocio le dita per te per il futuro! <3

  3. Come dice Daniela dalla tua estrema vitalità non avrei mai potuto immaginare che si nascondesse dietro un periodo tosto come questo, ma sono certa che la forza è l’arma migliore per combattere qualsiasi negatività. Lo so perché ci sono passata anche io con mio padre che ha avuto un tumore al colon e poi dopo l’operazione ha scoperto delle metastasi ai polmoni ma per fortuna prese in tempo, ora sta continuando i cicli di cure dal 2013 ormai ma sta bene, certo, è tosta! Ma lui non si è mai buttato giù, non ha mai fatto vincere il male neanche quando le giornate erano davvero toste. E’ un esempio di positività e di “vita che continua come prima”…e secondo me è questo che gli ha fatto vincere le battaglie più importanti fino ad ora!
    FORZA!!!!!
    Noi siamo con te e vedrai che l’Alsazia sarà un bellissimo viaggio che anche se dovrai riprogrammare ti lascerà un ricordo di forza e di energia! <3

    1. Grazie tesoro!
      Mi dispiace molto per tuo padre…lui si che è forte e coraggioso!
      Spero di non aver mai bisogno di tutto questo coraggio, perché mai spero di dover affrontare quello che ha affrontato lui e la tua famiglia; anche se tutto quello che ci capita, ci sembra sempre la cosa peggiore di questo mondo, perché capita proprio a noi.
      Ti abbraccio fortissimo e ti ringrazio ancora per le tue dolci parole…in bocca al lupo a noi! <3

  4. Mia cara…grazie davvero! Ti stringo forte in un abbraccio anche io, perché ne abbiamo proprio bisogno, entrambe.
    Hai ragione, ci troviamo davanti a una bomba ad orologeria…ma sai che nel nostro DNA siamo artificiere? :p
    Forza a noi e scrivimi per ogni cosa!
    Mille bacini per te… :****

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