Finalmente ritorno in Africa. Almeno con la mente.
E ci ritorno per raccontarvi di un’esperienza sulla quale ci ho ragionato parecchie volte su, perché al di là dell’emozione vera e propria, non riesco a capire da che parte stare.
Quest’esperienza si chiama Lion Encounter, ovvero “Incontro con i leoni”, dove per incontro non si intende semplice avvistamento, ma vera e propria interazione.

Lo scopo di base è quello di contribuire alla salvaguardia della specie, curando i cuccioli di leone fino a quando non saranno in grado di vedersela da soli e pronti per lasciati liberi.
L’escursione, che noi abbiamo fatto in partenza da Victoria Falls, ha un costo abbastanza alto (€ 140.00 a persona, se non sbaglio) e il ricavato dovrebbe servire proprio per mantenere questo centro.
Uso tanti condizionali perché in realtà nessuno di noi sa bene come si svolgono le cose; non voglio essere diffidente, né tantomeno precludermi una possibilità, basandomi esclusivamente sull’ipotetica avidità delle persone: l’incontro con i leoni è stato comunque un momento emozionante e, in sostanza, io lo consiglio!
Siamo partiti dal nostro hotel all’alba e il pullman che ci aspettava all’ingresso ci ha condotti alla riserva in una ventina di minuti.
Ci hanno subito divisi in due gruppi, per non creare confusione intorno ai leoni: si trattava di due cuccioli e due mamme.
Noi ci siamo avventurati per secondi e, nell’attesa, ci hanno offerto una squisita colazione, da consumarsi interamente su delle panche di legno immerse nel bush africano.

L’atmosfera era di pace e, anche se stavamo banchettando, la mente era completamente proiettata all’incontro che ci aspettava.
Quando è arrivato il nostro turno, dopo una breve spiegazione e le istruzioni di base, ci siamo dotati di bastoni e un ranger (armato di fucile, dico la verità!) ci ha accompagnati nella lunga passeggiata.

L’incontro con i leoni è avvenuto subito e i cuccioli ci hanno fatto strada lungo il nostro cammino.
Li abbiamo visti giocare, sbadigliare, abbeverarsi…



…e li abbiamo anche potuti accarezzare!
È naturale che il primo pensiero sia che probabilmente questi animali vengano sedati al solo scopo di aumentare i turisti, ma ho letto da diverse parti che tale riserva in Zimbabwe recluta spesso volontari che si adoperino in questa e altre azioni volte alla salvaguardia degli animali e noi stessi li abbiamo incontrati lungo il nostro viaggio.
Al di là del fatto che spesso mi faccio coinvolgere in attività che abbiano gli animali come protagonisti, mi piace comunque pensare che ogni volta sia per un buono scopo, oltre al lato meramente attrattivo.
Sono pronta a ricevere smentite, ma nel frattempo mi porto nel cuore il visino di questi cuccioli adorabili! ♥

Non ho competenze da medico veterinario ma quei leoncini non hanno le pupille dilatate tipiche da sedazione anzi, sembrano così vispi! Semplicemente credo che siano abituati alla presenza “turistica” dell’uomo. D’altra parte i safari fotografici non sono la stessa cosa forse? E’ vero, gli animali sono pseudo-liberi nelle riserve ma sono comunque abituati alla costante presenza di orde di turisti in cerca dello scatto del secolo. Il mio approccio a queste cose non è completamente negativo: perchè dovrei perdermi un’esperienza del genere? Quando posso visito sempre parchi e zoo e se noto cose negative ho il potere/dovere di sput@#+rli sul web in modo da mettere in guardia gli altri utenti. La chiave di tutto secondo me è nell’informarsi bene prima. Oggi internet ci permette davvero di arrivare con il pc prima che con un volo e grazie a recensioni, foto, video ecc possiamo sapere in anticipo se partecipare ad un tour come questo sia un danno o meno per gli animali. Però…però…sono andata a cercare notizie su questo operatore e ho visto su trip una marea di foto di questi leoncini che sbadigliano di continuo. E il dubbio mi è venuto! Però ci tengo a dirti che io, come te, avrei partecipato assolutamente…e chi si staccava più da quei leoncini! ^_^
Continuo a non sapere bene da che parte stare…pensa che da quando sono stata in Africa, ho giurato a me stessa di non mettere mai più piede in uno zoo: gli animali devono essere liberi e nel loro ambiente.
Ma per essere davvero liberi, come dici tu, non dovrebbero esistere neanche i safari, perché anche quelli sono un’invasione e un’ alterazione di un ambiente naturale.
E allora dico che, se nell’ambito di un’esperienza “più o meno contestualizzata”, c’è una possibilità di fare una cosa buona, allora io ci provo!
Ciao! Io amo molto gli animali e mi piacciono le esperienze che permettono di essere a contatto con loro. Come te, però, proprio perché li ho a cuore, a volte sono combattuta perché rifletto sulle loro condizioni, sul fatto che siano ben tenuti e felici o meno…Forse, come dice Orsa, la chiave è nell’informarsi bene prima leggendo in rete, in modo da valutare se è un’esperienza che fa al caso nostro o no! Io ad esempio sono anti-zoo, ma a Zurigo lo zoo-safari mi è piaciuto proprio perché la maggior parte degli animali aveva spazio e “privacy” per allontanarsi dai turisti (tranne i gorilla, loro mi hanno fatto molta pena lo ammetto e da allora non sono più stata in uno zoo…Sono ancora combattuta in merito!)
Io ho amato molto l’AlpenZoo di Innsbruck, perché la maggior parte degli animali (forse tranne gli orsi), erano nel loro habitat naturale…per gli altri, invece, croce nera!
Per le altre esperienze, è proprio difficile capire…