Sono stata a Berlino davvero tanti anni fa, ma in questi giorni ho visto un programma su Focus che raccontava dell’orrore dell’ascesa del partito nazista e inevitabilmente mi sono ritornati in mente quei giorni trascorsi nella capitale tedesca…
Mi sono trovata a Berlino quasi per caso, in realtà neanche ci volevo andare, ma un’offerta imperdibile di Air Berlin lampeggiava sul mio pc, così non ho potuto dire di no.
Ed è stata il viaggio più profondo che io e Aramis abbiamo mai fatto.
Berlino ci ha davvero stravolto l’esistenza, perché ha un carattere straordinario: storia, cultura, arte, drammi, tutto alla luce del sole, senza nascondere nulla.
Perché Berlino è come una fenice, che rinasce dalle proprie ceneri, imparando dagli errori del passato e mostrandoli agli altri, per ricordare che alcune cose non vanno più fatte.
Ha davvero una storia difficile e tormentata questa città, caratterizzata dalle violenze sull’umanità, sui diritti intimi dell’uomo, che si sono protratte nel corso degli anni, in momenti diversi.
La guerra e il nazismo prima, il Muro dopo.
La capitale è disseminata di segni, di ricordi, di frammenti di storia.

Innanzitutto, il monumento all’olocausto, dedicato alle migliaia di ebrei che hanno perso ingiustamente la vita durante gli anni della seconda guerra mondiale.
Ma quello che ci ha tenuto incatenati per diverse ore, è stata la “Topografia del Terrore“, ovvero un museo (più che altro, una sorta di biblioteca) che raccoglie tutti i documenti ufficiali legati al periodo nazista: lettere, disposizioni, atti dei tribunali, insieme a fotografie e ritagli di giornali.


Ogni minuto trascorso all’interno, è un colpo al cuore, ma è indispensabile per capire la storia che ci ha resi quelli che siamo oggi.

E poi c’è la questione del Muro.

È una faccenda troppo recente per non lasciarmi completamente sconvolta.
Le foto che si vedono in città sono a colori e ti rendi conto di come sia cambiato il paesaggio in pochi anni. Lì, proprio davanti alla Porta di Brandeburgo, prima c’era un grosso e lungo muro che divideva la città. Ora, per fortuna, non più.

Ma la sua linea è ancora rimarcata per le strade e in alcuni punti ne hanno lasciato un pezzettino.

Una parte ben visibile è proprio nella zona del Checkpoint Charlie, ovvero il posto di blocco che segnava il confine tra il settore sovietico e quello statunitense.

Oggi, in quello stesso luogo, è posizionata una copia fedele dell’antica frontiera, ma le sensazioni sono originali, non si fatica a calarsi in quell’atmosfera surreale che ha pervaso Berlino per numerosi anni.

Però i Berlinesi si sono rialzati: per quanto mi riguarda, sarà davvero difficile cancellare questa macchia che ha sporcato un’intera nazione, ma la voglia di rivalsa di questa città è ammirevole e tutti i tentativi di riabilitarsi agli occhi del mondo, stanno ottenendo i risultati sperati.
A volte credo che non basti dire <<io non lo sapevo>> o <<io non ero coinvolto>>, perché chiudere gli occhi è il coinvolgimento più grave..ma è facile parlare per chi guarda da fuori, quindi mi prendo il positivo della reazione di Berlino e la sua voglia di riscatto e porto la città in un angolo del mio cuore.
Condivido al 100% i tuoi sentimenti su Berlino. È una città difficile, che ti stritola il cuore. E non è solo il pensiero di quello che è successo con il nazismo prima e con il Muro dopo, ma anche l’idea angosciante che è successo tutto in un passato relativamente vicino e che potrebbe succedere di nuovo. Da pelle d’oca.
Concordo in pieno…e purtroppo, in un modo poco diverso, ci siamo vicini… 🙁
Certo esserci e respirare quell’aria con i propri polmoni dev’essere tutt’altro che guardare i documentari, per quanto realistici e ben raccontati. Non ci sono mai stata ma prima o poi vorrò anch’io farlo questo viaggio a Berlino.
Non ora però, non alla luce di tutto ciò che sta accadendo nella nostra Europa.
Hai sentito di Stoccolma? Che sconfitta, pare che siamo nuovamente in guerra, una guerra diversa più bastarda e che colpisce a tradimento. Una guerra senza fronte e per questo più infima. Che tristezza! 🙁
Non riesco a capacitarmi di tutto questo: non ho strategie, non ho pensieri, non so come affrontarlo.
Reagire, non reagire, essere forti…ma la paura lo è di più.
Non impariamo mai dagli errori che la storia mette in evidenza ma ogni volta li adeguiamo all’era in cui viviamo…Non vedo la fine, purtroppo! 🙁
Brava, un articolo diverso e non il solito viaggio… Molto semplici ed efficaci le tue descrizioni. Io non ho amato Berlino, forse proprio per quell’aria da città bombardata che ancora si respirava (ci sono stata ben 17 anni fa). Grazie
Ti ringrazio…e spero tu possa dare un’altra possibilità a questa città. Conserva un tesoro troppo grande e complesso e forse tantissimi anni fa non eri ancora pronta!
Ti abbraccio forte!